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Domenica 28 Giugno 2009
Gruppi giovanili riuniti :: GENERALE :: LA CHIESETTA DEL VILLAGGIO (forum della parola della domenica)
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Domenica 28 Giugno 2009
Vangelo
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Parola del Signore
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Parola del Signore
Jacopo- Numero di messaggi : 265
Età : 33
Località : Civitella Benazzone
Data d'iscrizione : 24.10.08
Continua ad avere fede
La figlia di Giairo ha dodici anni.
Da dodici anni l’emorroissa soffre di perdite di sangue.
Dodici è il numero della totalità in Israele, Marco oggi ci parla di due situazioni in cui descrive il massimo del dolore, la totalità della disperazione, l’apoteosi della tragedia, quando la barca viene travolta dalla tempesta.
La donna emorroissa non solo è ammalata e ha girato senza risultato da tutti i più famosi medici del paese senza risultato. La sua condizione la rende impura, non può toccare nessuno senza renderlo impuro. Non ha vita affettiva, né rapporti sessuali, forse non ha famiglia né amicizie: la sua condizione la rende sola.
Giairo è disperato: esiste un dolore più devastante della morte di un figlio?
La donna si avvicina timidamente, non vuol farsi notare.
Non osa chiedere nulla al Maestro, come potrebbe?
Tanti anni di solitudine l’hanno infine convinta di essere sbagliata, di essere peccatrice, impura.
Le è proibito di toccare: trasmetterebbe la sua impurità.
Decide di osare, di trasgredire la legge: lo tocca.
Poco, lo sfiora appena, accarezza il mantello, certamente non se ne accorgerà.
Don Paolo Curtaz
Da dodici anni l’emorroissa soffre di perdite di sangue.
Dodici è il numero della totalità in Israele, Marco oggi ci parla di due situazioni in cui descrive il massimo del dolore, la totalità della disperazione, l’apoteosi della tragedia, quando la barca viene travolta dalla tempesta.
La donna emorroissa non solo è ammalata e ha girato senza risultato da tutti i più famosi medici del paese senza risultato. La sua condizione la rende impura, non può toccare nessuno senza renderlo impuro. Non ha vita affettiva, né rapporti sessuali, forse non ha famiglia né amicizie: la sua condizione la rende sola.
Giairo è disperato: esiste un dolore più devastante della morte di un figlio?
La donna si avvicina timidamente, non vuol farsi notare.
Non osa chiedere nulla al Maestro, come potrebbe?
Tanti anni di solitudine l’hanno infine convinta di essere sbagliata, di essere peccatrice, impura.
Le è proibito di toccare: trasmetterebbe la sua impurità.
Decide di osare, di trasgredire la legge: lo tocca.
Poco, lo sfiora appena, accarezza il mantello, certamente non se ne accorgerà.
Don Paolo Curtaz
Jacopo- Numero di messaggi : 265
Età : 33
Località : Civitella Benazzone
Data d'iscrizione : 24.10.08
Potenza
“Chi mi ha toccato?”
La donna sbianca, gli apostoli si fermano nel tentativo di tenere a distanza la folla.
“Non vedi Rabbì? Tutti ti toccano!”.
No, ha ragione Gesù: in mille gli si sono fatti vicini, ma una sola lo ha toccato.
Ha toccato il cuore di questo Cristo di Dio, gli ha rubato la forza ed è guarita.
La malattia non è forse lo squilibrio della nostra armonia interiore?
Il Signore si lascia derubare, la sua forza dona guarigione e salvezza a questa donna che si ritiene inadatta, incapace, condannata. Gesù ci guarisce nel profondo, ci salva da ogni disarmonia.
Continua il suo cammino Gesù, gli apostoli lo guardano straniti.
Gesù guarda la donna con un lungo sguardo, come lo sguardo di Gesù che sceglie i discepoli.
Gli altri, la folla, gli apostoli stessi non sanno.
Lui, il Rabbì, e la donna sì, sanno bene cosa è successo.
Don Paolo Curtaz
La donna sbianca, gli apostoli si fermano nel tentativo di tenere a distanza la folla.
“Non vedi Rabbì? Tutti ti toccano!”.
No, ha ragione Gesù: in mille gli si sono fatti vicini, ma una sola lo ha toccato.
Ha toccato il cuore di questo Cristo di Dio, gli ha rubato la forza ed è guarita.
La malattia non è forse lo squilibrio della nostra armonia interiore?
Il Signore si lascia derubare, la sua forza dona guarigione e salvezza a questa donna che si ritiene inadatta, incapace, condannata. Gesù ci guarisce nel profondo, ci salva da ogni disarmonia.
Continua il suo cammino Gesù, gli apostoli lo guardano straniti.
Gesù guarda la donna con un lungo sguardo, come lo sguardo di Gesù che sceglie i discepoli.
Gli altri, la folla, gli apostoli stessi non sanno.
Lui, il Rabbì, e la donna sì, sanno bene cosa è successo.
Don Paolo Curtaz
Jacopo- Numero di messaggi : 265
Età : 33
Località : Civitella Benazzone
Data d'iscrizione : 24.10.08
Ipocrisie
La gente esce fuori dalla casa di Giairo urlando: la ragazza è morta.
Gesù insiste, entra, dice che dorme. E viene deriso.
Come?
Viene deriso? Che gente è che prima urla e un secondo dopo deride? Che dolore finto è il loro se si prendono la briga di denigrare l’affermazione del Nazareno? Che cattivo gusto hanno queste persone che passano dalla disperazione alla burla?
Ipocriti, finti, fasulli.
Dolore di facciata, malvagità a malapena repressa, bieca esteriorità.
Gesù invece sa. Il nostro Dio non è indifferente, non finge di soffrire.
Don Paolo Curtaz
Gesù insiste, entra, dice che dorme. E viene deriso.
Come?
Viene deriso? Che gente è che prima urla e un secondo dopo deride? Che dolore finto è il loro se si prendono la briga di denigrare l’affermazione del Nazareno? Che cattivo gusto hanno queste persone che passano dalla disperazione alla burla?
Ipocriti, finti, fasulli.
Dolore di facciata, malvagità a malapena repressa, bieca esteriorità.
Gesù invece sa. Il nostro Dio non è indifferente, non finge di soffrire.
Don Paolo Curtaz
Jacopo- Numero di messaggi : 265
Età : 33
Località : Civitella Benazzone
Data d'iscrizione : 24.10.08
Sorella morte
L’atteggiamento del cristiano di fronte alla morte è la fede.
La morte è e resta il più inquietane interrogativo del destino dell’uomo e, anche sulla possibilità della reale bontà di Dio.
Se Dio è buono, perché la morte? Gesù è venuto a darci una buona notizia anche sulla morte.
Noi crediamo di essere stati creati immortali, e di essere nelle mani di Dio. Questa vita che viviamo, la viviamo proiettata nel futuro come una pienezza.
Questo Dio tenerissimo che solleva la figlia di Giairo è colui che ha per noi un destino di vita e di Risurrezione.
Basta? Non lo so, davvero.
Ai tanti Giairo cui muore la figlia non so se basta.
Elemosiniamo certezza e salvezza, la fede è solo una flebile fiamma per attraversare il mare in tempesta.
Mi fido, amici, mi fido con tutta la mia disperazione, e ai fratelli che leggono queste parole addito il Figlio di Dio che ci solleva dalla tenebra.
Don Paolo Curtaz
La morte è e resta il più inquietane interrogativo del destino dell’uomo e, anche sulla possibilità della reale bontà di Dio.
Se Dio è buono, perché la morte? Gesù è venuto a darci una buona notizia anche sulla morte.
Noi crediamo di essere stati creati immortali, e di essere nelle mani di Dio. Questa vita che viviamo, la viviamo proiettata nel futuro come una pienezza.
Questo Dio tenerissimo che solleva la figlia di Giairo è colui che ha per noi un destino di vita e di Risurrezione.
Basta? Non lo so, davvero.
Ai tanti Giairo cui muore la figlia non so se basta.
Elemosiniamo certezza e salvezza, la fede è solo una flebile fiamma per attraversare il mare in tempesta.
Mi fido, amici, mi fido con tutta la mia disperazione, e ai fratelli che leggono queste parole addito il Figlio di Dio che ci solleva dalla tenebra.
Don Paolo Curtaz
Jacopo- Numero di messaggi : 265
Età : 33
Località : Civitella Benazzone
Data d'iscrizione : 24.10.08
Riflettiamo...
Infine consideriamo le tante morti interiori da cui dobbiamo risorgere: la fanciulla, segno di autenticità, di purezza, spesso giace immobile nella nostra vita; troppe le delusioni, le stanchezze, per essere ancora ottimisti. Da quale morte interiore dobbiamo risorgere?
Solo, che abbiamo fede, questo il Signore Gesù ci chiede per una nuova vita in Lui.
Il Rabbì oggi ci dice: “Talità kum!”
Don Paolo Curtaz
Solo, che abbiamo fede, questo il Signore Gesù ci chiede per una nuova vita in Lui.
Il Rabbì oggi ci dice: “Talità kum!”
Don Paolo Curtaz
Jacopo- Numero di messaggi : 265
Età : 33
Località : Civitella Benazzone
Data d'iscrizione : 24.10.08
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